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04-06-2007 Il Corriere Prestpino chiede più poteri

Rassegna Stampa > 2007

«Più poteri», 7 minisindaci chiedono la Consulta
Lobefaro, Corsetti, Prestipino, De Giusti, Paris, Medici e Fasoli: decisi a contare in Campidoglio

«Territori di frontiera». Così si definiscono i municipi della città, dove i presidenti chiedono più risorse, più personale, maggiore autonomia e con forza la convocazione della «Consulta», mai riunita dal Campidoglio. A dare nuova voce alle proteste sono stati i due episodi di violenza della scorsa settimana: l' occupazione del III parlamentino da parte di Action e dei movimenti di senza casa contro la decisione di non prorogare uno sportello sui problemi dell' alloggio; la minaccia di far scoppiare una bombola di gas nell' aula consiliare del XII da parte di una decina di ex occupanti del decimo ponte del Laurentino 38. «Siamo in una situazione critica - attacca il presidente del centro storico, Giuseppe Lobefaro - Perché da noi si scaricano tutte le tensioni legate ai problemi quotidiani, in una fase in cui politicamente c' è chi pensa al "nuovo partito" e chi vive il "palazzo" con fastidio. Chi ogni giorno deve amministrare pezzi di città è in grande sofferenza». Una ricetta? «C' è bisogno di un forte raccordo tra i presidenti dei municipi - replica Lobefaro - che hanno affrontato problemi di non poco conto, come l' assistenza alle persone, la manutenzione stradale e delle scuole, la "partecipazione" in assenza di un raccordo centrale». Due le soluzioni per il presidente del I municipio: «O un' azione che parte dal basso incontrandoci periodicamente tra di noi, oppure chiedere di nuovo la convocazione della "Consulta", mai riunita in cinque anni mentre, secondo il Regolamento, si deve convocare quattro volte l' anno: gli assessori Lucio D' Ubaldo (Personale) e Marco Causi (Economia) l' avevano promessa dopo l' approvazione del Bilancio, da allora sono passati 5 mesi». Orlando Corsetti, presidente del III, è d' accordo: «È una proposta utile. I municipi ormai sono dei "comuni" e hanno sviluppato progetti anche su tematiche importanti come l' emergenza abitativa. Pagandone, però, le conseguenze perché sono adesso individuati come l' interlocutore principale». L' altro presidente che ha vissuto la «bufera», Patrizia Prestipino del XII, «senza fare polemiche», afferma: «Ci dovrebbe essere maggior coordinamento, è vero. Ma il problema principale sono le risorse economiche e umane, quasi dimezzate negli ultimi anni. C' è poco personale per gli uffici anagrafici dopo che dalla Prefettura è passato ai municipi il carico del permessi di soggiorno, e mancano i vigili urbani adesso che arriva all' Eur l' Estate romana: se avessi un "tesoretto" potrei almeno programmare le cose». Chi con i problemi degli uffici anagrafici si scontra quotdianamente è Antonella De Giusti, la presidente del XVII: «Abbiamo nuove competenze con una cronica mancanza di persone - afferma - Ho pochissima gente allo sportello in un territorio dove convivono il Vaticano e il Tribunale: l' altro giorno c' è stato il blocco perché non riuscivamo fisicamente a contenere tutta l' utenza». Nel XV municipio Gianni Paris ritiene che è «sorprendente che per cinque anni il sindaco non abbia mai riunito i presidenti, e quindi non permette che vi sia un gioco di squadra per governare meglio questa città. Noi siamo senza risorse, e diamo risposte senza un dialogo fra di noi e con la Giunta. Del governo della città vogliamo far parte a pieno titolo». Dalla «Consulta» al «decentramento». Altra nota dolente. Una criticità che «nasce dal fatto che c' è una delibera "incompiuta" - spiega Lobefaro - non aggiornata nè rivista, che crea duplicazioni e sovrapposizioni spesso criticate come inefficienza dell' intera macchina amministrativa». Decentramento? «Sono amareggiatissimo anche se non rassegnato - afferma il presidente del X municipio Sandro Medici - L' assessore Lucio D' Ubaldo potrebbe tranquillamente chiudere gli uffici e dichiarare che l' assessorato al decentramento è un "ente inutile". Ma sono anche infastidito dalla scarsa reattività di alcuni dei miei colleghi: oggi c' è bisogno di più carica, più slancio per far procedere la riforma del comune di Roma, che riguarda la divaricazione fra le decisioni prese e la loro realizzazione, rallentata in modo patologico ed estenuante». «L' assessore D' Ubaldo deve dimettersi». Non usa mezzi termini Massimiliano Fasoli, presidente del XX, unico di centrodestra, e segretario romano dell' Udc. «Non è accettabile - aggiunge Fasoli - che la persona delegata a rendere operativo il decentramento amministrativo releghi nel libro dei sogni questa operazione. Per mettere a tacere qualsiasi istanza e richiesta dei municipi si guarda bene dal convocare la Consulta. Sta svolgendo il compitino dell' insabbiatore con grande puntualità. Peccato che così tradisce anche le aspettative dei cittadini».

Garrone Lilli

Pagina 3
(4 giugno 2007) - Corriere della Sera

http://archiviostorico.corriere.it/2007/giugno/04/Piu_poteri_minisindaci_chiedono_Consulta_co_10_070604015.shtml

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