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Spartiacque tra il Primo e il Terzo Mondo
Forse qualcuno dei nostri lettori ricorderà l’osservazione, già formulata in altre pagine di questo sito, su come nel quartiere EUR si possa passare agevolmente da un ambiente da 1° Mondo ad uno da 3° Mondo percorrendo solo alcuni passi.
È questo, per esempio, il caso della piazza Ghandi, dove da un lato si possono ammirare dei perfetti giardini “all’inglese”, ubicati proprio sotto la statua del Mahatma, e dei giardini in perfetto “stile Calcutta” dall’altra arte della piazza, lungo il Viale Tupini.
Ebbene, oggi desideriamo mostrare ai nostri gentili lettori un altro luogo emblematico, un vero “spartiacque” tra il 1° ed il 3° Mondo. Tale luogo risponde al nome di Via del Poggio Laurentino.
Qualche settimana fa l’Eur S.P.A. ha inaugurato i nuovi giardini di Piazzale Schumann. Questi giardini, sotto le amorevoli cure dell’Eur S.p.A., sono divenuti un vero “angolo di Svizzera”. D’avvero non sembra d’essere a Roma!! Appare più plausibile immaginare di passeggiare lungo i giardini di Lucerna, Ginevra, Lugano o Zurigo.
Poi ecco che, alle 6:30 in punto del mattino, come d’incanto, in quelle stupende aiuole si attiva automaticamente un impianto di irrigazione.
Chi di noi si è trovato in quel posto in quel preciso momento, ormai abituato al più totale abbandono dei giardini dell’EUR, ha avuto la sensazione di assistere ad una scena assolutamente irreale e, incuriosito, ha esteso per lungo tempo lo sguardo a destra e a sinistra, come per scorgere la “fata turchina” autrice dell’incantesimo.
Ma è bastato volgere lo sguardo sull’altro lato della Via del Poggio Laurentino per piombare di nuovo nella cruda e nota realtà, quella dove il tempo si è fermato e non esiste alcuna possibilità di applicare le tecnologie messe comunemente a disposizione nei paesi evoluti.
Sì, perché dall’altra parte della strada sono apparse le solite scene da “sottosviluppo” già descritte nel documento “Dietro gli Archivi di Stato”.
I barboni, eufemisticamente chiamati “senza fissa dimora”, hanno stabilito la loro fissa dimora nell’’imbotte delle uscite d’emergenza dell’edificio degli Archivi, pensando bene di realizzarvi anche delle tettoie (tanto le migliorie mica aumentano l’I.C.I. della loro dimora – anche se affaccia su di un vero “angolo di Svizzera”!).
Le foglie e la sporcizia continuano a non essere raccolte. Al massimo vengono “spinte più il là”, cambiando il “panorama” dell’immondizia, ma non eliminandone il lezzo.
Ma non basta! L’abbandono delle aiuole, infatti, si perpetua in perfetto “stile Bombay”.
Che dire poi dei paramenti in travertino degli Archivi di Stato?
Qualcuno ha recepito le nostre segnalazioni e ha pensato di far fare una bella pulizia??
Manco a dirlo!! Le scritte sono invece aumentate e si sono arricchite di slogan di alto livello cul..turale.
11.06.07
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