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24-10-2008 La Repubblica Alemanno a Piano "Ridisegni le Torri"

Rassegna Stampa > 2008

Alemanno a Piano: "Ridisegni le Torri
non posso stravolgere l'identità dell'Eur
Dopo la Nuvola di Fuksas il sindaco critica un´altra opera "ereditata"



di Giovanna Vitale
È l´identità il pallino fisso del sindaco Alemanno. Identità declinata nelle sue molteplici versioni a cominciare dall´urbanistica, minacciata nella città che lo ha eletto da un tris di archistar chiamati ad arricchire il panorama di Roma. E così, fallito l´assalto alla teca di Meier che protegge l´Ara Pacis e alla Nuvola di Fuksas, l´avveniristico centro congressi ormai troppo avanti per essere fermato, Alemanno ci riprova con le Torri di Renzo Piano, colpevoli di minacciare l´omogeneità architettonica dell´Eur, esempio di urbanistica del Ventennio.

Se infatti il sindaco ha confermato che la Nuvola proseguirà (uscire dall´appalto costerebbe una fortuna) a rischiare è ora il complesso firmato dell´architetto genovese: «Ci lascia molto perplessi», ha detto Alemanno, «vogliamo che si facciano delle modifiche per mantenere l´unità architettonica dell´Eur». Eccolo il punto. «Già la Nuvola, che comunque completeremo, è una realtà estranea al contesto», insiste, «non vogliamo ripetere lo stesso errore con le Torri, la cui costruzione deve ancora cominciare. Dopo aver aperto un confronto con i costruttori, faremo altrettanto con Piano».

Reo di aver solo osato immaginare uno skyline diverso da quello disegnato da Piacentini nel '38 su ordine di Mussolini, che nel quartiere razionalista a sud della città avrebbe voluto celebrare l´Esposizione universale del '42. Al posto dei due grattacieli, da radere al suolo, dove i dipendenti del ministero delle Finanze hanno lavorato per anni, sarebbe dovuta sorgere un´immensa "Casa di Vetro", 170mila metri cubi sviluppati in ampiezza anziché in altezza, con serre e giardini affacciati sul laghetto. Troppo per il primo sindaco post-fascista di Roma.

Tuttavia che non si tratti di una semplice spinta nostalgica ma di un progetto culturale mirato a combattere lo strapotere dei grandi architetti e a recuperare l´identità e le tradizioni del Ventennio, lo confermano tutte le scelte finora operate da Alemanno. E subito rilanciate on-line dal Centro studi architettura razionalista animato dal deputato ex An Fabio Rampelli, eminenza grigia del sindaco in materia di urbanistica. È stato lui a inventarsi l´alleanza con Italia Nostra per affossare il megaparcheggio del Pincio. Lui a ispirare la proposta di abbattere la teca dell´americano Richard Meier.
Una cavalcata antimodernista verso la restaurazione architettonica che, oltre alle Torri di Piano, ha individuato un´altra frontiera.

La riqualificazione complessiva del Foro Italico, che dovrà tornare al suo assetto originario. Al tempo cioè in cui si chiamava Foro Mussolini, parco realizzato per le discipline sportive dell´opera nazionale Balilla. Perciò è stato azzerato il progetto per il centrale del Tennis già predisposto dal Coni: considerato un´offesa all´intangibilità del luogo. E già sostituito con una struttura leggera in vetro e acciaio, temporanea e soprattutto amovibile.


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